domenica 9 maggio 2010

Work in progress

Milano, direzione teatro Arcimboldi, 8 maggio, quasi le 9 di sera. Quattro gambe ad arco. Cloppete cloppete. Lei ha dimenticato i biglietti in macchina, lui la guarda sghembo, dietrofront, incrocio gli sguardi e li perdo alle spalle. Un attimo dopo, magliettadaconcerto-15 euro, birracalda-4 euro, sono appollaiato lassù, troppo su, orizzonte con testa di profilo rovesciata, alla fine racconteranno che è di Mimmo Paladino.
Prima impressione: sono tutti(quasi)tutti giovani. Upset. Alla destra ballerine nere pirsing giro coscia con moroso che non conoscerà una parola. Nemmeno caro amico ti, ti, ti...Alla sinistra giro coscione, meglio a destra dove lei, almeno lei, terrà un po' il ritmo. Cloppete cloppete saranno già arrivati, sempre che i biglietti...
Over the rainbow, Dalla al clarinetto, De Gregori all'armonica, apre tre ore (tre ore! meno un quarto di pausa caffè, altra birrasemprepiùcalda) che non avrei pensato (sperato) così, ma sono di parte non vale.
Seconda impressione: non ci sono nostalgia, avvilimenti da trent'anni fa, scimmiottamenti scomposti. Perché questa non può venire più così ma quest'altra non è venuta mica male. E pure questa è venuta, giuringiurella, proprio così.
Spaccano le canzoni quasi a metà, se le prestano, le incrociano. Tutta la vita, Anna e Marco, Titanic, I matti (!). De Gregori entra in Dalla meglio del viceversa. Trent'anni fa era il contrario. Quello pelato e con il barbone faceva del resto queste cose qui, troppo oltre per potergli stare dietro. Adesso, quando quello alto canta Per chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo per le persone facili che non hanno dubbi mai per la nostra corona di stelle di spine e la nostra paura del buio e della fantasia e poi Eccomi qua sono venuto a vedere lo strano effetto che fa, quello piccolo può aspettare, c'è più equilibrio. Clap clap, sì cloppete cloppete sono arrivati, sghembe le mani dopo La donna cannone e Caruso, per fortuna ci sono, e 4 marzo e Piazza grande, vabbè ci devono essere.
Terza impressione: Dalla al sax, perché non l'ha fatto più spesso. Ed Henna, sì Henna, è da un po' di tempo che la fa più spesso, era ora. Arrivano una Rimmel in karaoke, L'anno che verrà, I muscoli del capitano, Com'è profondo il mare (10+), Futura (10 e lode), Viva l'Italia, gli altri due inediti Gran Turismo e Gigolò. Cosa manca? Beh, come sempre tranne che a Gorizia, manca Tu come eri. Ma alla penultima, dopo che le solite mummie da teatro non hanno mosso una benda per due ore quaranta, accade il miracolo. Laggiù, ala destra sotto il palco, battono le mani alle prime note. Qualcuno agita il bacino, vorrei essere là con voi ma il crociato non terrebbe mi gettassi da quassù, troppo su. Allora resto appollaiato e sembra, pure questa, con il tum-tum che fu.
Ultima impressione: devo rivederli. Perché sarò anche di parte ma che titani.

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