mercoledì 26 maggio 2010

Special

E’ arrivato e ha detto: "Non sono un pirla". Non era granché. Meglio, sin lì, Pirlo: “Sono Pirlo, sono di Brescia”. Poi però ha aggiunto il "good afternonn e good morning" ed è arrivato, una sera che non te l'aspettavi, a "prostitucsione intelectuale", prima di ridurre il negrazzurro Balotelli a "un neuronio". Più di tutto, ovvio, la genialata del millennio, lo slogan di un decennio, la sintesi di un titolo scoop. Posto che non siamo la Giuve ma la Juve e che gli allenatori non-contano-un-tubo, trattandosi di flipper e di fucsia (Maicon di mano, v-olè, rigore, 1-0 crukki, ah no, sliding doors), il non-senso è che sia stato con i negrazzurri e non con la Giuve. Perché ha costruito un gruppo, rafforzato certezze, canalizzato motivazioni. Allenatore, strategia, tattica? Massì, ha piazzato la trappola contro Messi (la serata del terruar), ha avuto l'intuizione delle 4 punte (ma Mancini no???), ha sognato che Milito fosse meglio di Ibra. Non era un sogno, non era nemmeno quotato. Ha avuto ragione.
Ci mancherà. Alla Giuve senz'altro. Da Lippi in giù facce da perdenti, smorfie, danone, tic, tac. Motivatore? Massimo. Tattico? Tattico. Comunicatore? Spettacolare, ma troppo facile, c'è di fronte il nulla. Gli altri sono da "abbiamo di fronte dieci finali", lui dice vado via prima di tutto: può essere "zero tituli" e piazza il "triplete". Cappello. Con due "p".
Esiste un modo migliore per uscire di scena? Se vinci hai SEMPRE ragione. Se crei emozioni, attese, e le ripaghi e le riempi, hai SEMPRE ragione. Se la tira perfino troppo poco. Ha vinto tutto nel breve. Ha dato epoca a una squadra-società di leggendari sfigati. Ha messo le manette, ha esultato pazzo per un gol in fuorigioco via Michelin, è stato SEMPRE il controllore del gioco. E' stato feroce e divertente, forzato e vincente. Non un mito, non stava nella Giuve. Ha avuto un gigantesco culo, il culo di chi se lo merita. Epperò, in un flipper, contano i momenti. E quando corre così, capisci che corre per sé, per il suo essere "speciale", per l'attimo. E i negrazzurri non contano-un-tubo. Anche se non sono più sfigati. Non troppo, almeno.

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