venerdì 21 maggio 2010

L'ama

Avrei dovuto scrivere l'altro giorno perchè sputavo come un lama. Spitak Sputik, fendenti che sfioravano i di fronte. Oggi quasi più allenato, solo qualche lapillo. Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai potranno scegliere imbarchi diversi saranno sempre due marinai. Davanti, di spalle, un codino e un miccoli. Di viso, un dinoccolato unisex e due. Così preciso ed imperfetto che nessuno lo incastrava se non voleva ringraziava con un inchino da domatore le salutava e poi chiedeva e chiedeva o prendeva e come un messicano si allontanava. Al parco le donne profumano di profumo. Forse sono i fiori volanti. E dimmi quante maschere avrai regalami i trucchi che fai insegnami ad andare dovunque sarai sarò. E dimmi quante maschere avrò se mi riconoscerai dovunque sarò sarai. C'è una cita bionda che penzola sulla penultima curva. Non so come si è arrampicata fin lì, mani tremanti. Non fa ginnastica, sopravvive senza gridare aiuto. La aiuteranno a scendere quando calerà la luce. E il guanto fu rapito in una notte d'inchiostro da quel mistero chiamato amore da quell'amore che sembrava un mostro inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo il guanto era già nascosto dove nessuno può più vederlo il guanto era già lontano quanto nessuno può più saperlo. L'inferno si affaccia al primo giro, sulla prima salitina. Verrebbe voglia di stendersi sui fili verdi, si va avanti, perché cita è ancora lì. E il miccoli dondoleggia. E le due profumano di profumo. E sorpassi un codino. E unisex ghigna nervoso. Ci sono tre scalini sulla porta della galera e un diavolo che grida e un angelo che si dispera c’è gente senza cuore in giro per la città c’è gente senza cuore in giro per la città alcuni bruciano persone e cose solo per vedere che effetto fa.

Nessun commento:

Posta un commento