sabato 1 maggio 2010

La Polse

Un ritorno strano, uno spazio diverso. Semivuoto. Due ragazzi. Una ragazza. Sintetizzata magistralmente da Meni all'uscita. Quattro e qualcosa di un pomeriggio post-dentistico, calcestruzzo in bocca. Beviamo un caffè? No, un taglio. La Polse, via.
La Polse è il locale di Udine che ha avuto più gestioni senza cambiarne una. Sempre Meni (Meni-2) alla guida e contorno di parenti. La Polse l'ha imposta nell'anima il mio amico-Franz, probabilmente ha bevuto una birra primancora fosse inaugurata. Poi il mio amico-Marco ha scoperto La Bruschetta. Quella al pomodoro, la primitiva. La Bruschetta - merito del pane forma surf - più buona del mondo, la seconda arriva quinta.
Nel tempo, sulla Bruschetta è calato pure il lardo. I subentrati non sanno che scegliere. Dubbio da inesperienza, ovviamente non c'è gara. Prima del 2000, più o meno lo spartiacque, la Polse era controllata da un popolo antico. Direi un popolo classico, che capiva il senso di quel posto lì, gestita da quel Meni-2 lì, si vedeva recapitare Bruschette polisemantiche ma solo al pomodoro, la seconda arrivava decima. Un popolo di giovani-non giovani, cultura medio-alta, facoltà solite, coppie, amori, benesseri, viniVerduzzi e viniCabernetFranc, valanghe di Bruschette.
Alla Polse la porta era sempre chiusa. Calore d'inverno, calura d'estate, ventola zucchero-sui-coglioni, Bruschette-sauna, la seconda arrivava ventesima. Gente tanta ma non troppa. Gente troppa ma mai troppo. Prima della svolta alla Polse si parlava e si ascoltava, forse non ero ancora sordo.
Poi, terzo millennio, c'è stata un'invasione. Il popolo classico si è imborghesito, ha fatto figli ma non troppa resistenza, è migrato. Il popolo nuovo, orda, ha preso possesso della Polse. Si accampa dentro e fuori, porta sempre spalancata, ventola con l'ossigeno, gente troppa sempre troppa, paletti da aggirare come in slalom speciale. Nella nuova Polse la birra ha scavalcato il vino. Anch'io, birra-canna, ho spostato la statistica. Alla Polse ci sono abitanti colorati, pizzetti, pirsings, pupille, papille, piallati. Alla Polse si urla. Si scrive su un bigliettino la bibita e il numero delle Bruschette-da urlo, si viene rintronati, forse per quello, adesso, sono sordo.
Ieri però la Polse aveva qualcosa di diverso. Non una sorpresa, la Polse è camaleontica. Mentre la ragazza ics osservava con occhi-pallati un dialogo con il Maestro, inevitabilmente staccata la mente dai due ragazzi, piazzavo del crudo sul pane-Polse. Era una Bruschetta delle quattro e qualcosa del pomeriggio, calcestruzzo in bocca. La seconda arriva fuori tempo massimo, quando anche la Croce Rossa se n'è andata via.

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