venerdì 14 maggio 2010

Godiamo

La mia amica Federica (1)

Emanuele è un visionario. Cucina prima con la mente. Poi con le mani e con il cuore. Sperimenta, prova, cambia. Mescola sensazioni e ingredienti. Ma non è un eremita della cucina, no. Lui gigioneggia tra i tavoli. Guarda le espressioni di chi assaggia i suoi piatti. Cerca di catturare le emozioni di chi pranza da lui. E poi, queste emozioni, le cucina e le riprone nei piatti per chi verrà dopo. Mangiare Agli Amici di Godia è un'esperienza mistica. Esageriamo? Pazienza!!! I sassi sono patate. Gli asparagi impalpabili sensazioni. Il fois gras una delizia acida. E così all'infinito... I sapori, gli odori, le visioni. Tutto da lui è un semplice ossimoro di un'arte godereccia legata al pratico ma in costante ricerca del metafisico. Come l'albero che non c'è più a proteggere il patio ed è stato riprodotto ad arte da un gioco di illusioni architettoniche. Come la cura e l'attenzione al servizio e poi l'arrivo di piatti che si mangiano con le mani. Come i dolci che prima si gustano con l'olfatto, grazie a profumi che sanno di strudel o cioccolato. Chi come me non è gourmet di professione forse si può entusiasmare anche per poco. Ma da Emanuele nulla è poco. E nulla è tanto. Tutto è in equilibrio. Con una perfezione voluta, cercata, forse mai raggiunta. Anche perchè le cose perfettamente perfette non sono sempre le migliori. Ma lo sforzo si percepisce. Anche nei suoi occhi. Contenti di quello che fa. Contenti di quello che stanno già immaginando.

7 commenti:

  1. ma che buona, la fede! (pensate che avevo già letto i post e non mi ero accorta che ci fossero altre mani sulla tastiera! bello...)

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  2. beata te che riesci a commentare:)

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  3. bisogna avere pazienza con questo blog: digerisce con difficoltà i commenti. chiedi al padrone! :)

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  4. :) il padrone mi sta un po' sul culo

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  5. si...ci sono troppe mani sulla tastiera...;)

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  6. vabbè, ragazzi, però così non vale: mi lasciate qui sola a parlare con non so chi. cognomizzatevi. echeccazzo.

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