domenica 27 giugno 2010

Pc

Firenze è una piccola Udine. Certo il Duomo di Firenze non ha così tanti parcheggi davanti, la cacca dei cavalli a Udine non c'è, al giardino di Boboli nessuno può correre in libertà come al parco del Cormor.
Eppure Firenze non è malissimo, ci cammini pedonalizzato, quelli che chiedono l'elemosina sono poveri davvero, sotto la stazione c'è un parcheggio che se ce l'avesse H. resterebbe sindaco fino al 2500.
La differenza, la vera differenza, è nel mangiare. A Firenze, per fare i fichi, chiamano gli spaghetti pici ma qualsiasi bimbo continua a chiamarli "pachetti". Il problema, in realtà, non sono i pici ma è il sugo, che si chiama sugo. A Firenze inondano i pici di sugo, li sommergono Vajont, devi cercare i "pachetti" con il San Bernardo. C'è sembra troppa ansia nei piatti, si infilano troppe certezze, non c'è attesa, non c'è stile.
Solo per un attimo puoi credere di essere a Udine. Al Pitti Gola e Cantina, osteria-enoteca dove puoi mangiare affettati e formaggi toscani, piatti freddi e pure una pasta (non solo pici), menù semplice e stuzzicante da avvicinare a un bicchiere (alto, largo, educato) di vino (etichette non scontate, qualche sfizio). Un posto di carattere, servizio lento ma cortese, tavolone alto di marmo come banco, tavolini piccoli, troppo piccoli, con sedie per nani: il piacere di gestire lo spazio. Piccola anima: un bel modo per consolidare il senso di piccola Udine. Dai Firenze, continua così.

Non ritorno

La mia amica Federica (7)

Le dite arrancano sulla tastiera nemmeno fossero le gambe di un ciclista sul Mortirolo. Il mignolo destro, spaesato, non trova più la "e accentata". Il medio sinistro, abbandonato dall'indice, compagno di tante scritture e ormai svenuto da qualche ora, si agita vanamente alla ricerca di qualche "a" o "q". Provi e riprovi il comando f10, ma il bianco è sempre troppo lì, sotto alle poche parole già scritte. Altre non ne hai più in testa. Non ne hai più nelle dita. Non le hai più nel cuore. L'aria è pesante. Il ronzio aumenta, il telefono squilla più forte del solito. I colleghi, alcuni colleghi, ti sembrano più scemi di sempre. E quelle dita, le tue dita, che normalmente scivolano facilmente, e felicemente, in verticale, o in diagonale, incrociate sulla tua tastiera qwerty, senza pensare, senza pensarci, oggi no. No: sono bloccate. I polsi appoggiati al poggia mano anti-tunnel carpale, le mani pesanti, il cervello incapace di collegarsi con le braccia. Sinapsi spente, occhi che fissano lo schermo ma non lo vedono. Non è panico da "foglio bianco". E' solo l'effetto di tre giorni di vacanza, che avresti voluto fossero almeno 300...

sabato 26 giugno 2010

Frico acrobatico

A Plaino c'è la sagra più bella del mondo. Non per la sagra (una sagra) ma per il campo di calcio attaccato ai chioschi (frico competitivo). Palloni zig-zag, ragazzini felici. E poi perché lì, ogni anno, ci vanno gli Acrobat, Tribute Band degli U2. Quarta volta per il cronista (compresa la prima fatta solo di attesa), per loro la milionesima ma sempre con la stessa voglia, non scontati, nella parte. Enrico Negro è Bono (ma davvero), alla chitarra c'è Nicola Rudella, al bassa Manuel Bisetto, alla batteria Nicola Casagrande. La fedeltà all'originale colpisce più di tutto, da dentro la cassa, orecchie di Dumbo, lo si capisce ancora meglio. Cantano anche le nuove, non poche, non solo Magnificent, non si fermano, studiano, a un certo punto ipnotizzano. Serata non memorabile come quella del Pinocchio, perché là vissuta sul palco, ma all'altezza. Bravi, tornate.
Dopo Plaino gli Acrobat sono oggi alla Festa della solidarietà di Almenno (Bg), il 2 luglio alla Festa della birra di San Vendemiano (Tv) e il 4 luglio al Cocobongo di Bibione Pineda (Ve). E poi qui.

giovedì 24 giugno 2010

Buffon

Nel 1974, nemmeno in doppia cifra, ero in un bar, Lignano, coca-cola, tivvù in bianconero, spazzolati via dai polacchi. Stavolta erano gli slovacchi, sky pieno di colori, birre, Barberino, a caccia di un bar, in doppia cifra da un po', 2010.
Non avevo mai visto una partita del genere. Né allora, né oggi. Solo che nel frattempo ne ho viste di partite, un'enciclopedia. La peggior Italia dal 1974, ma non solo nel calcio, anche nelle freccette. A un certo punto Quagliarella ha fatto un gol così bello che un capolavoro simile lo rivedi mille volte per tre sere in mezzo ai peana del passaggio del turno. Invece no, quando Quagliarella ha spolverato il sette, gli altri erano già sotto la doccia, il nostro centrale sotto badante.
La formazione che avrebbe dovuto giocare LA PARTITA era la peggiore delle tre. Ridolini con solo un po' di cuore quando gli slovacchi, perché erano gli slovacchi, hanno iniziato a farsela un po' sotto. Al raddoppio, quando un rigidissimo centravanti dell'Est ha mangiato un metro nello spazio di un metro e un centimetro al nostro secondo centrale, quello senza badante, ci hanno mandati a casa. Prima avevamo forse pareggiato, gol non gol, poi abbiamo segnato un altro pareggio in fuorigioco da moviola, ma sarebbe stato anche peggio andare avanti. Abbiamo giocato (non bene, giocato) quando è entrato lo zoppo con del talento residuo, ma se sei scarso e in più ti imbottisci di ex giocatori - oggi tre, non solo il centrale, anche ringhio (ringhio?), e il terzino destro poi diventato sinistro prima di addormentarsi - vai a casa che è meglio.
A ogni vigilia era un fiorire di 2-0 3-0 4-0, era il girone più facile di ogni tempo. Sembrava che le avversarie le avesse pescate Moggi. A ogni fischio finale, per tre volte, l'impressione era che fossimo noi i pescati. Ridolini. Nel delirio della speranza, a un certo punto, abbiamo pensato che Marchetti fosse preferibile al bollito Buffon, che Pepe facesse Schiaffino di cognome, che Montolivo si bevesse Zidane. Invece era una comica. Non ho mai visto un gol come il terzo: non seguo le partite pulcini. Eravamo terrorizzati, ha detto il capocomico. Dagli slovacchi. O forse da un portiere che sembrava il bambino al luna park nella casa dei mostri, da una difesa schierata come l'asta del calcio balilla, da un centrocampo di fantasmi, da un attacco di grevi. Anche il capocannoniere, a un certo punto, ha fatto il brocco. Del resto, se l'attacco della nazionale è quello dell'Udinese, ti cominci a fare delle domande.
Non ho mai visto niente del genere. Ridolini a Barberino del Mugello. Maremma maiala.

martedì 22 giugno 2010

Ddl intercettazioni

La mia amica Federica (6)

"Ho bevuto quasi due litri d'acqua oggi pomeriggio...e mi sento le viscere che ogni tanto ''tremollano'' oltre a un certo ''raschino'' in gola...ma non sto male...se morirò sappi che è una morte indolore...certo che la barista resta un mito...fossi stata io avrei fatto arrivare un medico, un'ambulanza, un infermiere, una fornitura a vita di ''bollicine'' e caviale...uffff".

Cloro que sì

Hanno avvelenato la mia amica Federica. Sì, lei, quella che scrive. L'hanno fatto in pieno centro e lo leggerete solo qui. Perché non muore, l'ho vista riprendersi. Non in fretta ma dopo un po' si capiva che non sarebbe morta. Ha ordinato uno spritz bianco, che è già un tentativo di suicidio per lei che beve di solito/sempre un rosso. Un Cabernet. Franco. Questo spritz era enorme, ghiaccio ghiaccio, l'ha sorseggiato e l'ho vista sbarrellare, paonazzare, sputare. Sì, ha sputato. E s'è salvata così. Le è andata bene, lo possiamo raccontare. Avremmo potuto dire "C'era una volta" e invece "C'era una volta" è il segno della rinascita, un battesimo di gelato, resurrection.
La notizia è che è viva. Ma hanno tentato di avvelenarla davvero. Stavano pulendo una spina. Le informazioni sono frammentarie, è successo tutto in un attimo, si è sfiorata la tragedia. Le hanno versato dell'acqua e invece era cloro. E non hanno detto "muori, herpes" ma solo "mi dispiace". Come se a un bimbo mettessere foie gras al posto della nutella. Abbiamo chiamato un medico, pronto soccorso via dai veloce, lavanda gastrica, no nessun sintomo, solo abraso qualunque organo, la trachea rapita dagli alieni, lo stomaco evaporato, l'intestino un ricordo. Poteva rimanere offesa ma se l'è cavata. L'ha salvata l'istinto. Non io, le ho solo custodito la borsa. Non so se scriverà ancora qui sul Gabbianone. Ma cosa conta? La mia amica Federica è viva. Ha del cloro al posto del sangue, le papille pupille, forse non ricorda nemmeno. Al solito le buone notizie non sono notizie. Ma io ho bevuto tre bicchieri senza pagare un euro. E Federica è viva. Forse, una breve, chissà.

lunedì 21 giugno 2010

Match point

Che poi, rimbalzasse un pallone in palo-gol anziché in palo-fuori, magari eviteremmo la monetina. Ma non sarebbe lo stesso, proprio no. Io tifo per la monetina, sarebbe la riscossa del gioco dell'oca, un mondiale col Super tele e non con il Jabulani, un capocannoniere come Boninsegna e non come Di Natale.
Dal sito di Tuttosport (non trovo di meglio): Se fosse pareggio contro la Slovacchia, l'Italia passa solo se il Paraguay battesse la Nuova Zelanda, mentre sarebbe certamente fuori in caso di successo degli oceanici. In caso di entrambe le gare che finissero in parità, essendo identica - 0 - la differenza reti tra Italia e Nuova Zelanda, con cui chiuderemmo a pari punti - 3 -, varrebbero i gol segnati nel girone, che al momento sono 2 sia per la squadra di Lippi che per quella di Herbert: se quindi i due pareggi in Paraguay-Nuova Zelanda e Italia-Slovacchia fossero con identico punteggio, essendo pari tutte le discriminanti, si dovrebbe ricorrere al sorteggio con la monetina per decidere chi va agli ottavi e chi a casa.
Non c'è la firma, peccato. Non è Carlo Emilio Gadda, pare. "In caso di entrambe le gare che finissero in parità": maestro, dimmi chi sei, firmati, non essere timido. Impagabile il commento di nick Wlazebra: "A metà articolo mi sono un po' perso".
Pur avvolto nella sintassi, non perdo la notizia: LA MONETINA. E' il calcio antico, quello del 1968, quando Facchetti scelse testa. E' il colpo di coda del bianco e nero. Un verso di Lorca. Un inedito dei Beatles. Chi tira la monetina? Blatter, Platini, Lippi, Hamsik? E che monetina sarebbe? 100 lire, un euro, due euro, un cent? Ma chissenefrega di battere la Slovacchia? Ma si può perdere una scena così? La palla sul net. Serve una botta di culo, più facile che segni Gilardino o che un disco si spiattelli dalla parte giusta?

domenica 20 giugno 2010

Scivolare

In diagonale solitaria Utinum sembrava ancora più bagnata, l’acqua si infilava da destra e da sinistra ma in ipotenusa se ne prendeva di meno. I lati della piazza erano asimmetrici di persone, uno dominava, gli altri guardavano, non assopiti, vuoti. Era il lato meno quotato, eppure il primo tenendo alle spalle il Cappello. Mano sinistra.
Sotto la pioggia tante facce diventano una. Curiose e leggere. Ho fatto il lampo, bollicine, avantindietro, ridiagonale di ritorno, nemmeno un raggio di sole, non la speranza che il vento lo facesse uscire, non un mascalzone, un abbaiare, un din-don, non una consolazione per chi dorme alla stazione.
Nuvole. Camminare assieme a loro in una città non vociante, dopo una notte senza parole. In attesa di un suono.

sabato 19 giugno 2010

Meno venti

E' un dilemma e uno sforzo. Un lancio dei dadi. Un frullato di opinioni da decomporre. Devo acquistare un telefono. Per la millantesima volta. Non è nemmeno obbligatorio, in realtà: la Pim mi ha prorogato il pacchetto. Ma, trattandosi di pacco, la Pim non è più sola. Scorro lo zucchero filato della Todafone, le mandorline della Trentatrè, perfino i palloncini da gonfiare della Find. Tutto compreso, tutto incluso, all inclusive, power: uno sforzo più che un dilemma. Il dilemma sta tra l'oggettino digit e il mail-push. Mancano 20 giorni all'operazione. Potessi, riesumerei lo strepitoso Uricsson o anche il Lanasonic superpiatto. E invece dovrò decidere tra l'IF e il BB. Non chiedo consigli-confusione. Perché lo so cos'è. Stan cercando di fregare anche te. Non fidarti mai. Siam seduti sopra un cesso, prima o poi cadrai.

venerdì 18 giugno 2010

Ice

Era tipo attorno alle 6, alba avanti, caldo da Staples, umidiccio, che Sasha "ciapanò" Vujacic, 11.7 secondi alla sirena, iced da gheim. Ghiaccio. Stu-pe-fa-cen-te. Ciapanò viaggiava nella sua classica serata (0-3), virgolone gigante, il guru agghiacciato, il vecchio Jack con i capelli del cuculo, Thibodeau che si faceva un sonnellino.
Giuàn avrebbe citato Eupalla. Perché il guru lo spintona dentro a raccogliere un fallo e Ciapanò lo raccoglie davvero, pareggia i piedi, respirone, ciuff, ciuff, Celtici allontanati e Lacustri sul tetto. Riassunto: Sasha "ciapanò" Vujacic, non Black Mamba, scrive i titoli di coda con quella faccia lì, ghiaccio.
Episodio misterioso in una partita di rugby che neanche i Bad Boys, qualche meta ogni tanto, Mamba sopraffino ma scentrato, Artest e Odom decisivi, di là i soliti verdoni, KG antologico in attacco, doppia P cobresco, He Got Game saracinesca, 13 avanti a 18 dalla fine, sarebbe bastato poco per portare a casa tutto, come nella storia. Serie, infine, di attrito spaventoso, avanti-indietro, sorpasso-rimonta, bellezza feroce, momenti indecifrabili, perfino Rasheed a un passo dall’essere, lui, l’eroe.
Adesso l’uomo-anca sarà sempre più guru, ma a me pare che sbagli spesso i tempi e che sia assistito…, più probabile quattro in fila dei Mambas che un altro dei Grandi Tre. Intanto i Sixers hanno ceduto Dalembert e ne hanno presi due. Nel 2011 non andranno in finale.

mercoledì 16 giugno 2010

Cestino

Cos’è che sottrae l’emozione davanti/prima di un pezzo? E’ il tempo accorciato dall’ormai consueta semplicità? Il pezzo. Computer spento, mi esce già dalle orecchie, dalle dita, dal naso. Non ha anima. Non ha attesa. Lo finirò. Uscirà. E’ un problema di contenuto? E’ che se scrivi di B. non è come se avessi scritto di B.+C.? Se avessi scritto vent’anni fa, l’emozione si sarebbe fatta anima?
No, non so proprio se riuscirò a finirlo: perché non accade, perché non può più accadere? Devo regredire la barba? Fare il Beamon rattrappito? Il Messner su un cavalcavia con la bombola? O non stappare alcunché, massimo una Sprite? Perché se tutto scorre, non c’è attrito? Perché se tutto sai, non ti diverti? Perché devo scrivere inutilità per annoiati spesso/limite al sempre?
Chi mi ridà un’ipotesi di ansia davanti alla carta? Una serata fumosa, un sabato col re della “porcata”, un doppio supplementare “in and out” muoviti/muoviti si chiude, scrivi, manda, click? Quando la sintesi era “un balzo da poster”. Una taglia per quel "chi". Restituitemi cinque secondi da "non so se riuscirò a finirlo". Proverò con la Sprite.

martedì 8 giugno 2010

Corse molto lunghe

Stamattina, 3 volte, lungo viale Venezia. Lento bici.

domenica 6 giugno 2010

Homenaje

Ingiocabile, come sperato più che previsto. Davanti alla reina. Paura che non tornasse più com’era, e invece no, è meglio di com’era. Un’esecuzione contro il bimbo dello sfregio, non si rifarà. Rafa, gli aficionados ti omaggiano.
Dalle statistiche: Per Nadal è il quinto Roland Garros della carriera, uno in meno di quanti ne aveva vinti Bjorn Borg tra il 1974 e il 1981. Nadal centra questo successo senza aver perduto un set, come gli era accaduto anche nel 2008 (prima di lui Nastase nel 1973, Borg nel 1978 e nel 1980). Per Nadal è la 22esima vittoria di fila sulla terra, accumulata tra Monte Carlo, Roma, Madrid e Parigi. Gli unici due che sono riusciti a strappargli un set sono stati Ernests Gulbis in semifinale a Roma (6-4 3-6 6-4) e Nicolas Almagro in semifinale a Madrid (4-6 6-2 6-2).

sabato 5 giugno 2010

Corse lunghe

"Alla fine della corsa il primo a cadere è il ragioniere che rivoleva la sua borsa; poi toccò a un bagnino che, ancora in mutande, aveva sospeso il lavoro in una piscina lì vicino. Falciati mentre guardavano i lavori in corso due gemelli in pensione furono scaricati in un pronto soccorso. Un salumiere e un tabaccaio che da anni non si rivolgevano la parola approfittarono della confusione per spararsi alcuni colpi di pistola!. Il padre vide la scena, si prese paura e dimenticò il sonno e la fame. Prese per mano il bambino che disperato piangeva, perché non voleva lasciare lì il cane. Decisero in fretta di tornare a Barletta e corsero alla stazione, perché a Milano in agosto, oltre al gran caldo c’è veramente tanta confusione".

Lucertolati sigarette stanche, siluri in equilibio, cicliste gonna bianca non trasparente, Prenatal, Upim, H&M, Benetton Sisley, Freddy, antipasti caldi, gnocchette sarde, scooter freccianti, Stanley Kubrick fotografo (?), farmacia, Carrera, Nike, Calvin Klein, Grom (limone), Kasanova, parcheggio 2h, farmacia (un'altra), attento, Chicco e spillo, "Stai attento frena, ciao...".