domenica 27 giugno 2010

Non ritorno

La mia amica Federica (7)

Le dite arrancano sulla tastiera nemmeno fossero le gambe di un ciclista sul Mortirolo. Il mignolo destro, spaesato, non trova più la "e accentata". Il medio sinistro, abbandonato dall'indice, compagno di tante scritture e ormai svenuto da qualche ora, si agita vanamente alla ricerca di qualche "a" o "q". Provi e riprovi il comando f10, ma il bianco è sempre troppo lì, sotto alle poche parole già scritte. Altre non ne hai più in testa. Non ne hai più nelle dita. Non le hai più nel cuore. L'aria è pesante. Il ronzio aumenta, il telefono squilla più forte del solito. I colleghi, alcuni colleghi, ti sembrano più scemi di sempre. E quelle dita, le tue dita, che normalmente scivolano facilmente, e felicemente, in verticale, o in diagonale, incrociate sulla tua tastiera qwerty, senza pensare, senza pensarci, oggi no. No: sono bloccate. I polsi appoggiati al poggia mano anti-tunnel carpale, le mani pesanti, il cervello incapace di collegarsi con le braccia. Sinapsi spente, occhi che fissano lo schermo ma non lo vedono. Non è panico da "foglio bianco". E' solo l'effetto di tre giorni di vacanza, che avresti voluto fossero almeno 300...

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