venerdì 25 settembre 2009

Voto zero

Li vedi con le facce impostate, le fossette le mossette, alzano il ditino, sorridono, ironia zero come l'anno e come il voto, si prendono sul serio, si affossano per fare i martiri e riemergono, senza il contratto poverino, diversi e sempre, annualmente, uguali.


Li vedi (Luca Carboni)
Vedi la vita la sanno fregare
con la verdura che non mangiano mai
gli occhiali neri e le cuffie alle orecchie
ed i calzini che non lavano mai... che non lavano mai...

martedì 22 settembre 2009

Naked bike

E’ una bici da corsa su pista, con un unico rapporto, niente cambio. I pedali? Collegati al mozzo della ruota posteriore. Non puoi frenare perché il freno non c’è. Puoi solo cercare di andare in senso contrario, una pedalata all’indietro, ahi che male, ma se ci provi impari. E’ diventata una moda. A Tokio, a Milano. E’ rischioso ma naturale, un equilibrio complesso, una risposta ai Suv, l’essenzialità. Una bici nuda.

Radiatore

Letto alcune imbarazzanti difese del personaggio. Gli hanno tolto un giocattolo, nulla di più, perché preoccuparsi di un processo sommario di una vicenda finta? Se non dimostrerà il contrario (ma come?), non avrà comunque problemi a trascorrere le domeniche divertendosi. O è divertente il teatrino dei crash?

sabato 19 settembre 2009

giovedì 17 settembre 2009

Atmosfera

Qualcuno mi ha chiesto del gabbianone. Ecco.

mercoledì 16 settembre 2009

Inter-Barcellona

Il Barcellona voleva entrare in porta con la palla, divertimento da bambini, avvolgimento, tic toc, pura delizia, talento e poche gambe, gli altri chiusi dietro, catenaccio che il paròn sarà contento, nemmeno l'ipotesi di un contropiede. E' Inter anche se non lo sai, questione genetica. Una spinta, un braccio, una carambola, troppo belli quelli in arancione che sembrano l'Olanda, troppo brutti quelli neri e azzurri, proprio l'Inter, infatti. Finisce pari. Incazzatura e sospirone, fortuna non essere coinvolti. Però, scritto oggi, non si capisce come quelli belli, tic toc, potranno perdere anche se con quel colorino, e quelli brutti potranno vincere anche se con la maglia giusta, la loro. Perché è il solito flipper, ma insomma.

lunedì 14 settembre 2009

Taglio

Sorrisi da fotografia, bicchieri di plastica, profumo incartato. Detesto Friuli Doc, furto d'aria ingorghi a piedi code sfinite obbligo perché? di esserci. L'anima solo il giovedì e il venerdì a pranzo. E nemmeno più Cecotti che divideva l'immondizia e diceva un milione.

mercoledì 9 settembre 2009

You cannot be serious

Abc

Non leggono e quindi non sanno leggere. E' una questione di non abitudine, una non ripetizione del movimento mentale. E così capiscono poco, sintetizzano male, rielaborano peggio, credono di aver visto questo e invece c'era quello. Siamo all'abc della comprensione del testo, all'alba dell'ovvio, alle aste. Sta per ricominciare la scuola.

martedì 8 settembre 2009

Ahi ahi ahi signora Longari

di Aldo Grasso (9 dicembre 2001)
Siamo in grado di raccontare la verità, tutta la verità, o quasi, sul caso Longari. Mike Bongiorno non le ha mai rivolto la celebre frase, divenuta leggendaria: «Ahi, ahi signora Longari, lei mi è caduta sull’uccello!». Negli archivi della Rai non c'è traccia di uccelli, né di pennuti, né di facili doppi sensi. Niente di niente. Il 16 luglio 1970, quando la supercampionessa di «Rischiatutto» perse il titolo - dopo undici puntate, venti concorrenti fatti fuori e tredici milioni di montepremi -, lo perse nonostante avesse risposto a tutte le domande. Che riguardavano la prima guerra punica, in particolare una battaglia navale fra Asdrubale e il console Cecilio Metello. La Longari fu eliminata perché la sua rivale, Giuliana Boirivant, aveva accumulato più soldi nelle domande di carattere generale. Eppure sull’«uccello» della Longari esiste un’ampia letteratura. Qualcosa di più: una radicata credenza popolare. Sollevata la questione (alcune settimane fa la signora Longari aveva confessato a Iva Zanicchi di essere prigioniera di quella frase mai detta), al Corriere sono arrivate decine e decine di lettere. La maggior parte dei lettori giura di avere sentito quel dialogo tra Mike e la Longari, ricamando non poco sui particolari. Alcuni propongono curiose varianti (non erano uccelli generici ma rondini, non erano uccelli ma piselli, palle e quant’altro), altri indicano nelle concorrenti Maria Luisa Migliari di Calice Ligure, Anna Mayde Casalvolone di Torino e la signora Capicchioni le vere destinatarie del celebre rammarico ornitologico. Altri ancora aggiungono nuove e irriferibili gaffes al già ricco florilegio di Mike. Nei ritagli di stampa, poi, c’è di che sbizzarrirsi: fra le tante versioni, la meno volgare e più dotta è quella che riguarda «L'uccello di fuoco» di Stravinskij. In un’intervista a «Epoca» la stessa Longari ha dichiarato: «Nonostante il tormentone dell’ “ahi, ahi, signora Longari” che l’ha perseguitato, mio figlio è cresciuto sano e felice…». Dunque il tormentone esiste da tempo immemorabile, ingrediente quotidiano della vita della signora, e per verificarne la veridicità non restava che fare appello a Barbara Scaramucci, direttore delle Teche Rai. Che con cortesia ha offerto la sua competenza (www.teche.rai.it). Risultato: Mike non si è mai rivolto alla Longari in quei termini, né nella puntata della perdita del titolo, né in quella di «Sfida al campione» (1973) dove però una domanda riguarda i cavoli di Diocleziano (c’è un nesso fra i cavoli e gli uccelli?). La Migliari, che rispondeva sui vini, cade sui gradini della scala cromatica dei bianchi (ma, piccolo giallo, la copia della trasmissione, 8/11/1973, «risulta inesistente» nella cineteca di Milano).
Un’inezia, una sfumatura: il giallo paglierino venne confuso con il bianco paglierino (c’è un nesso fra il paglierino e gli uccelli?). La Casalvolone, che rispondeva sulla storia di Torino, scambia, a proposito di una processione della Consolata, Levaldigi con Scarnafigi. E, in un successivo spareggio, fa inghiottire Pinocchio e Geppetto da una balena. Mike le precisa subito che, nel libro di Collodi, trattasi di pescecane (esiste un nesso fra un pescecane e un uccello?). Rapido controllo anche con Marilena Buttaffarro, Gianfranco Rolfi, Enzo Bottesini, Domenica G. Provano, Massimo Inardi. Di uccelli, nessuna traccia. Non si può del tutto escludere che Mike abbia pronunciato la famosa frase, ma il destinatario non si trova. E’ dunque una leggenda metropolitana? E come è nata?
L’ espressione diventa famosa nel 1976 con «L’altra domenica», la mitica trasmissione di Renzo Arbore. Per prendere in giro i quiz televisivi, Arbore poneva domande strampalate al telefono. Chi sbagliava, «subiva» un coretto de «Los Remedios» (un’orchestrina di finti messicani) che, sull’ aria di «Cielito lindo», recitava «Ahi, ahi, signora Longari». Fra gli storici del costume, qualcuno ricorda una barzelletta «sporca» di quel periodo. Mike chiede alla Longari: «Mi sa dire il nome di un uccello con due zeta e la “o” finale?». La Longari, dopo averci pensato a lungo, risponde: «Struzzo». «Nooo!» urla Mike. Di qui il suo disappunto. Anche se, per ora, non ha un padre, la celebre frase resta inscalfibile. Più vera del vero.

lunedì 7 settembre 2009

Fup

16^ stagione della storicissima lega di fantacalcio Fup. Eccoli qui i soliti noti, all'inizio di un'asta lunga 7 ore. Milito (142) il più pagato.

giovedì 3 settembre 2009

Mistero Boffo

Sostenuto di qua, sostenuto di là, solidarizzo, solidarizziamo, siamo con te, verguenza. Mi dimetto. Rammarico.

Lluvia

"Yo no sé, mira, es terrible cómo llueve. Llueve todo el tiempo, afuera tupido y gris, aquí contra el balcón con goterones cuajados y duros, que hacen plaf y se aplastan como bofetadas uno detrás de otro, qué hastío. Ahora aparece una gotita en lo alto del marco de la ventana; se queda temblequeando contra el cielo que la triza en mil brillos apagados, va creciendo y se tambalea, ya va a caer y no se cae, todavía no se cae. Está prendida con todas las uñas, no quiere caerse y se la ve que se agarra con los dientes, mientras le crece la barriga; ya es una gotaza que cuelga majestuosa, y de pronto zup, ahí va, plaf, deshecha, nada, una viscosidad en el mármol.

Pero las hay que se suicidan y se entregan enseguida, brotan en el marco y ahí mismo se tiran; me parece ver la vibración del salto, sus piernitas desprendiéndose y el grito que las emborracha en esa nada del caer y aniquilarse. Tristes gotas, redondas inocentes gotas. Adiós gotas. Adiós".

JULIO CORTÁZAR - Aplastamiento de las gotas

martedì 1 settembre 2009

Hotplay

Non sono gli U2 ma ci sono molto vicini. Poi dipende anche dalla gente, tribuna freddina, qualche mummia di troppo con i geni cold ma il gruppo è caldo, divertente, assonato, lui corre corre corre fa il bravo ragazzo se la tira il giusto, del resto è proprio un talento. Post concerto con buffet vip, super buffet, specie le strisulis e il risotto con i porcini. Grazie a Chiara per la foto.