domenica 2 maggio 2010

Classifiche dell'anima (1-continua)


1) Julius Winfield Erving II. Scoperto prima sulla bibbia, visto in ritardo sui tempi, assenza di filmati quando sorvolava, presenza sufficiente per vederlo staccare. Rimpianto 1977, indimenticabile 1983, tuffocuore sempre alla radio, attesa del martedì per immaginare, “Da doctor”, poesia in movimento.

2) Michael Jordan. Per sempre “EmJ”. Troppo ovvio che sia nei cinque, non sorprenda che sia due. E’ l’anima, valgono tutti uno.

3) Bob Morse. Swish-ciuff. Sempre. Sostituiva Raga (Raga!), Nikolic aveva capito. Dopo i 27 all’esordio, alla seconda in Italia ne mette 45, alla terza 30, alle quarta 39, alla quinta 35. Mai niente di simile nel jumper.

4) Mirza Delibašić. Kinde, troppa roba. Era ancora Ju-go-sla-via. Telecomando prima dei tempi, poesia radicata sul legno, vista avanti. TeleCapodistria, millanta pomeriggi del sabato con lo spettacolo di Tavčar.

5) Marco Solfrini. Unico vero Doctor J italiano. Un pomeriggio al Carnera prende la linea di fondo lato destro, stacca e schiaccia una mano in reverse. Riscaldamenti indimenticabili, riscaldamento dentro.

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