giovedì 22 luglio 2010

Imbuti

Dal mio ufficio non vedi solo quelli che entrano dentro ma pure quelli che passano davanti. Prospettive. Arrivare da destra o da sinistra è una scelta filosofica, un po' come girare in senso orario o antiorario al parco del Cormor. Immagina, con la padrona di casa dietro il bancone alle spalle, un imbuto con il cono stretto verso destra. Da una parte escono polifemi, dall'altra giocatorini del Subbuteo. Sono tipi misti, evasori seriali, attempate senza reggiseno, mogli con mariti, mariti senza mogli, commesse con figli appena nati con troppi capelli, biciclette 10hp, barboncini nani, un giorno ho visto un coniglio, tatuaggi tendenza, equivoci amici, mascalzoni, banchisti, studenti volanti, ripetenti, ripetuti, ginnaste, alieni. A volta arriva anche una zingara. La vedo sempre da destra e non passa, nel senso non attraversa tutta la strada, si ferma, siede, beve. Presenza di rottura, fine dello scorrere lento nell'imbuto, musica. Come quella volta che il Duca poté ricantarla.

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