"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
martedì 4 maggio 2010
Con quella faccia un po' così
Udine (1 maggio 2003). Li vedi fianco a fianco e non ti sembra vero. Poi si sorridono e capisci che l'operazione ricompattamento di Forza Italia ha centrato un altro obiettivo. Clamoroso. Claudio Scajola e Roberto Antonione fumano un gigantesco calumet della pace e si presentano ai giornalisti come gli amici ritrovati. Il furioso attacco del coordinatore nazionale a Scajola e le conseguenti feroci polemiche? «Amplificazioni di stampa». Tutto superato. Tutto chiarito. «Abbiamo sentito il bisogno di spiegarci e ci siamo riusciti». Da Scajola la dichiarazione definitiva: «Sono molto contento di stare qui assieme a lui». L'inattesa, e pubblica, riappacificazione va in scena all'Hotel Ambassador di Udine. Fi porta a casa un altro ex ribelle. Antonione come Romoli, Tondo e Agrusti. Riconquistato alla causa. «Parte dei dissensi nati tra me e Roberto - spiega Scajola - dipendono da ragionamenti non compiutamente riportati dalla stampa. A lungo non ci siamo incontrati, poi ci siamo sentiti al telefono e abbiamo approfittato di questa mia visita a Udine per chiarirci». Scajola non può nascondere del tutto il grande freddo: «Qualcosa ci siamo detti. Ma noi non usiamo il metodo stalinista di tenerci il coltello sotto il tavolo quando si fanno le riunioni nelle stanze segrete».
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento