"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
mercoledì 24 marzo 2010
Do not show me your ass
Tre volte alla settimana. Banalmente lunedì-mercoledì-venerdì. E' il compromesso con la cartilagine evaporata. Sbuff. Corro sopra il dolore e non è malissimo. Finora. Scarpe nuove, conseguenza di una rottamazione. Parco del Cormor, senso orario, quelli che vanno dall'altra parte non li capisco, non ha una logica, perché? Corsa lenta, ma non troppo. Solo un anno fa non avevo mai fatto due giri di fila. Sono arrivato a quattro. Fine settembre a cinque. Poi quei 7 km, piccola impresa, l'inizio della retromarcia. Nemmeno mezzo giro, neanche un metro. Ortopedico, di nuovo. Tre mesi di Protocol, sensazione strana in bocca, un po' hard. Poi fisioterapia. Pressioni, sgnock, dolori, sgnerv, allungamenti, slong. Scarica, predispone, riscalda. Nulla che possa essere confuso con una corsa accanto a un pallone. Ma quando ti passa una con un culone grande così, almeno non ti girano. Non più di tanto.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento