"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
domenica 21 febbraio 2010
Taglia il vento
Ho visto un arbitro che ha dipinto un capolavoro scolastico. Bravo, che altro si può dire. I pensatori ambulanti delle tivvù, mani nei capelli, aggrovigliati nel luogo comune del "gli è sfuggita di mano". Maddai. Ma smettetela, ignoranti del rettangolo, diminuiti della psiche, arlecchini dell'1-2-3. Taglia il vento ha visto TUTTO. Perfettamente. Regolamentare. Supremo il giallo al Camerun. Gli è mancato forse un gialletto prima, un "vai via di qua Pagliaccio" all'esteta. Dettagli. Direzione alla Agnolin senza "ti faccio un mazzo così". Grazie dal solo sport esistente.
domenica 14 febbraio 2010
Togli la protezione
Ci fregano dappertutto. E' un Paese di merda, una lotta tra ladri e ladri, un rincorrere il denaro oltre il denaro, la mignotta anche se sei impotente. Potere. Fanno sembrare simpatico Di Pietro. Di Pietro. Dai telefonini agli appalti. E' tutto fuori regola. Fuori controllo. Fuori tempo. La morale è sabbia. Mangiano, bevono, scopano. Come tutti. Ma è il pubblico contro il privato. Il protetto contro il rischio. La sinistra contro la destra. Sono così di sinistra che al grado 181 sono di destra. E' inevitabile. Non rubo, non voglio rubare. Non mi interessa. Non se non sono costretto. Quoque tu, eroe. Avresti vinto a mani basse, ti sei rovinato. Corrotti come vent'anni fa. Ghiaccio sul futuro. Ma bastava, nel piccolo, guardare quelli di oggi. Conoscerli dal 2002. Vedere i giochetti. Verificare che non li puoi denunciare. Altalena che non si muove. Ora l'uno, poi l'altro. Inciuci perpetui, la perpetua che scappa, la setta in Sardegna. Molte cose nascono da bambino, il resto è scalata denaro potere. Il potere che cambia. Non può essere altrimenti. O forse sì. Non rubo.
lunedì 8 febbraio 2010
Aggancio
venerdì 5 febbraio 2010
Centro Pim
A Utinum succedono delle cose stranissime. Hai un telefono cellulare Nokium e lo porti al centro Pim, dove l'hai comprato un anno e mezzo fa. Perché? Che succede? Non funziona la tastiera. O meglio qualche tasto della tastiera. Il solerte impiegato del centro Pim prende atto che l'oggetto è in garanzia, lo viviseziona con lo sguardo e dice: "Scriviamo al centro di assistenza Nokium di Mediolanum che ci sono problemi di tastiera senza precisare quali. Vedrà che controlli". Dopo un mese - perché alla Nokium servono 20 giorni lavorativi per intervenire - il centro Pim ti chiama e ti restituisce il telefono. Vai a casa tutto contento, lo provi e la tastiera non funziona. Come prima. A Utinum succedono cose così strane che verrebbe voglia di scaraventare il telefono sul muro. Tanto è un Nokium, indistruttibile.
Passa Natale, passa Capodanno, passa la Befana e riparti verso il centro Pim, con il cellulare che non risponde al click in qualche piccolo tasto senza importanza: il menù, l'ok, il cancella. Spieghi, sorrisetti stupiti dei commessi del centro Pim, telefono imbustato, spedito (ma vai giovedì e parte comunque martedì dopo), altri 20 giorni (lavorativi!, lavorano all'assistenza Nokium), lo ritiri, ritorni a casa, lo provi. E non funziona. Non suona? Non chiama? Non si carica? No. La tastiera. Lo hanno controllato troppo e si sono fusi gli assistenti Nokium. Sei leggermente incazzato. Torni al centro Pim del centro commerciale Civitas Fiera e osservi: mi prendete per i fondelli? Risposta: "Noi siamo il centro Pim, non la Pim. Vada alla Nokium". E se tiri il telefono sulla vetrata? Solo un pensiero. Il telefono riparte direzione Nokium. Stavolta i tasti che non vanno sono specificati. Oggi è venerdì. Parte martedì. Per fortuna noi non viviamo a Utinum, ma a Udine. Dove c'è un ottimo centro Tim. E, se ci si rompe il cellulare, lo mandiamo a Milano, dove c'è un'efficientissima assistenza Nokia. Siamo proprio fortunati. A Udine e a Milano le tastiere funzionano sempre benissimo.
Passa Natale, passa Capodanno, passa la Befana e riparti verso il centro Pim, con il cellulare che non risponde al click in qualche piccolo tasto senza importanza: il menù, l'ok, il cancella. Spieghi, sorrisetti stupiti dei commessi del centro Pim, telefono imbustato, spedito (ma vai giovedì e parte comunque martedì dopo), altri 20 giorni (lavorativi!, lavorano all'assistenza Nokium), lo ritiri, ritorni a casa, lo provi. E non funziona. Non suona? Non chiama? Non si carica? No. La tastiera. Lo hanno controllato troppo e si sono fusi gli assistenti Nokium. Sei leggermente incazzato. Torni al centro Pim del centro commerciale Civitas Fiera e osservi: mi prendete per i fondelli? Risposta: "Noi siamo il centro Pim, non la Pim. Vada alla Nokium". E se tiri il telefono sulla vetrata? Solo un pensiero. Il telefono riparte direzione Nokium. Stavolta i tasti che non vanno sono specificati. Oggi è venerdì. Parte martedì. Per fortuna noi non viviamo a Utinum, ma a Udine. Dove c'è un ottimo centro Tim. E, se ci si rompe il cellulare, lo mandiamo a Milano, dove c'è un'efficientissima assistenza Nokia. Siamo proprio fortunati. A Udine e a Milano le tastiere funzionano sempre benissimo.
giovedì 4 febbraio 2010
Faccia già scritta
Ho sempre pensato, detto, scritto, discusso, argomentato che l'allenatore non smuove il flipper. Non può. Però l'allenatore deve avere una faccia, un gesticolare, un intuito, un momento. Deve far entrare Kulovic al momento giusto. Deve pilotare gli omini stanchi e sperduti, a-ossigenati, non verso la bandierina ma quasi, non verso il cross ma forse, il pallone congelato sotto la suola, perdere tempo ma non troppo. Lo ha fatto al meglio lui. Inarrivabile. Ma allenatori vincenti sono anche il grigio, quello che chiede 5 milioni, zerotituli e, indietro, arrighe. L'allenatore perdente ha tutto scritto in faccia. Sai che non ce la può fare già quando si stringono le stringhe. Gli vengono i tic quando dovrebbe inventarsi una carambola.
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