"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
mercoledì 16 settembre 2009
Inter-Barcellona
Il Barcellona voleva entrare in porta con la palla, divertimento da bambini, avvolgimento, tic toc, pura delizia, talento e poche gambe, gli altri chiusi dietro, catenaccio che il paròn sarà contento, nemmeno l'ipotesi di un contropiede. E' Inter anche se non lo sai, questione genetica. Una spinta, un braccio, una carambola, troppo belli quelli in arancione che sembrano l'Olanda, troppo brutti quelli neri e azzurri, proprio l'Inter, infatti. Finisce pari. Incazzatura e sospirone, fortuna non essere coinvolti. Però, scritto oggi, non si capisce come quelli belli, tic toc, potranno perdere anche se con quel colorino, e quelli brutti potranno vincere anche se con la maglia giusta, la loro. Perché è il solito flipper, ma insomma.
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