"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
mercoledì 23 dicembre 2009
Ritorna, arriva
Il tempo stava per scivolare via. Ma la palla viaggia, più rapida del pensiero. Si sposta. Crea attese. Raggiunge. Devi solo colpirla. Ne ho visti infiniti di momenti così, in cui aspetti che accada e accade. C'era la certezza che sarebbe successo. Inevitabile. La palla arriva e l'uomo a strisce la colpisce. Adesso, da un po', da troppo tempo, non accade più. Hai la certezza che non accada. Resta un'illusione modesta, non si gonfia. Oggi ritorna. Ancora una volta. Quel giorno che si sfasciò il ginocchio - e la radio gracchiante lo raccontò - fu un'anticipazione. Un po' tutto ruota attorno alla palla. Bisogna cercarla, lei arriva.
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