
"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
lunedì 25 gennaio 2010
Vergogneve

sabato 23 gennaio 2010
E come l'uccello che è in volo

Trent’anni fa, D&D avevano riaperto la stagione dei concerti di massa con Banana Republic, dopo gli assalti ai palchi per la musica gratuita che avevano fatto mortaretti, feriti e petardi. Quella stagione è rimasta nella memoria di chi della memoria conserva il vizio: gli altri, niente. Infatti è una serata non proprio popolata di ragazzetti, malgrado Banana Republic appaia ancora, almeno a interrogare i più consapevoli, un marchio fortissimo. L’inedito, è come lo sfizioso dessert dopo un pranzo di poche ma eccellenti portate. Grandi hit rivisitati, rock tirato, ballate: vetrina di una magnifica stagione della canzone d’autore italiana ancora imprescindibile. Ma è dessert senza zucchero, venato di sarcasmo, Non basta saper cantare. Ecco «Un orso che balla e una scimmia che suona/ e c’è sempre uno stupido che si ferma ad ascoltare/ma una canzone non basta/e non basta saper cantare». Sembra il requiem definitivo alle speranze della musica popolare, quella che voleva cambiare il mondo, o almeno ambiva a far cultura: stagione finita infatti nei libri di scuola (ma il mondo ha smesso di studiare).
Eppure c’è forte vitalità, sul palco del ruspante Vox. De Gregori con la papalina di lana, Lucio in completo, con la band per metà di musicisti di Dalla, e per metà di quelli di De Gregori (Iskra Menarini è lì). Malgrado l’amarognolo, si vede la voglia di rimettersi in gioco; si mescolano repertori orgogliosi, l’atmosfera è di raro amalgama e carisma. Il mix, va detto, è di quelli che capitano una volta ogni tanto (e infatti...). In trent’anni di separazione, uno è per così dire diventato biondo, l’altro un po’ calvo. Aprono con Over the Rainbow, Dalla al clarinetto e De Gregori all’armonica; e poi s’infilano in Ma come fanno i marinai, deliziosa e autobiografica canzone, unico accenno a Banana Republic. Finita lì, e poi Ron non c’è mica più. Si alternano i brani, li scambiano. E’ una sfida di numeri uno. Di Dalla Canzone, Anna e Marco, L’anno che verrà, Com’è profondo il mare, Piazza Grande; di De Gregori la meno frequentata I Matti (1987), una tiratissima Agnello di Dio, una scarnificata I Muscoli del Capitano, dall’immenso Titanic, Buonanotte Fiorellino in shiffle, e Viva l’Italia: un manifesto d’epoca, un’Italia sognata e poi annegata nel sogno di diverso successo di uno che si chiama Berlusconi. C’è anche Santa Lucia, che i due cantarono insieme il 24 giugno a Solferino, commemorando la battaglia: tutto è ripartito da lì, «da questa canzone che gli invidio così tanto» come dice Dalla, nell’unico breve interludio non musicale. Dopo il successone e la conferma che si può ancora fare, concerti di maggio attendono il Work in progress tour (questo sarà uno dei benemeriti eventi dell’estate live 2010) e i lavori in corso porteranno «inevitabilmente a un disco» aggiungono loro.
Marinella Venegoni
domenica 17 gennaio 2010
Pus underground

lunedì 4 gennaio 2010
Scrivi, scrivi. Mi fido
venerdì 1 gennaio 2010
Il doppio, la metà

Con Bruno? Benone. Con la polemica? Sempre. Con il capodanno? Solito. Con ieri? Pieno. Il domani? Domani domani
domani non arriva mai
domani domani mai...
Domani domani
questo domani non c'è mai
domani domani mai...
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