Lieve assenza per molte troppe cose da fare, spesso divertenti. Tipo sabato sera, ritrovato un amico, non banale, men che meno di Facebook, che mi delizia con questo ricordo incantevole. Disimpegnati, a-sociali, non cattivi, facevamo letteratura con quello che passava il convento.
"Scassinarmi da me per entrarmi di giorno in sogno e vedere com'è che mi muovo che cuocio un uovo e svogliare cari orari miei non toccare lei Corro solo e oserei defluire a segreti greti e irretirmi curioso nel buon uso del sosia iosa e goloso di dolcezza mia derubarmi La lacrima sta come arancia nell'aranceto delle guance sfila si snoda da indossatrice dentro l'abito da sera della mia cera Con marina ironia paturnie notturne e ormeggi sogno un mio volteggio umano da gabbianone"
lunedì 5 ottobre 2009
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